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Nell’ambito del progetto MATERIA PRIMA giovedì 2 giugno alle ore 16.00 viene inaugurata la seconda PROJECT ROOM.

NUOVE//Residency di Nove di Bassano presenta Shibari di Morgane Tschiember, a cura di Geraldine Blais Zodo, evoluzione delle prime sperimentazioni realizzate in ceramica dall’artista francese, durante il suo periodo di residenza nel 2013.
La significazione di Shibari deriva dall’antico rituale giapponese di legatura dei corpi attraverso l’intreccio di corde, che Morgane Tschiember adotta per tradurre la fondamentale trilogia scultorea di materia, volume e spazio. Nel recupero di modelli precostituiti, come vasi e porta oggetti attinti direttamente dal catalogo della manifattura di Stylnove di Nove, l’artista dimostra il forte legame con la tradizione stabilendo un linguaggio di virtuosismi fra continuità e discontinuità, fra pieno e vuoto, fra forme e contro-forme. Categorie universali, che ospitano pensieri di antichi rituali, trattenuti dall’artista, per spiegare la complessità della materia.
Il progetto è realizzato in collaborazione con Marsèlleria di Milano www.marsèlleria.org. Si ringraziano Lorenzo e Franco Zanovello della manifattura Stylnove (Nove, VI).

Coefficiente H di Sticciano presenta Impressioni e Porta aperta bada ladri di Irene Lupi, a cura di Elena Magini, due interventi che propongono, attraverso l’uso di media diversi, una riflessione sul concetto di memoria individuale e collettiva, sulle modalità attraverso cui questa viene tramandata e restituita. L’artista, solita lavorare sulle molteplici forme di narrazione e veicolazione delle esperienze, si concentra qui sulla storia e sulle tradizioni connesse al periodo della Seconda Guerra Mondiale, secondo il punto di vista degli abitanti del luogo. Nel video Porta aperta bada ladri, alcuni anziani di Fiano e Sticciano, intervistati dall’artista, raccontano una quotidianità ormai persa, testimonianze private e aneddoti di paese, dove il piano visivo, costituito dalle prese insistite sui particolari fisiognomici dei parlanti, restituisce una sorta di commento ulteriore e poetico al registro linguistico. Parallelamente al racconto, vi è tutta una dimensione narrativa che non si affida alle parole, ma ai gesti, alle espressioni dei volti, alle posture, agli sguardi quali ulteriori canali espressivi. In Impressioni, una serie di lastre di argilla non cotta, l’artista imprime alcuni oggetti appartenenti agli abitanti della zona, in particolare strumenti per il lavoro in campagna: vecchie falci, martelli, zappe ecc. In quest’opera la “memoria” dell’oggetto – la sua presenza in negativo – va a rappresentare una simbolica evocazione, dove agli stessi oggetti e materiali viene demandata una valenza mnemonica e di testimonianza.[/fusion_text][/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]