Ha oggi inizio la seconda parte della residenza d’artista a Montelupo Fiorentino.
Cinque nuovi artisti e cinque nuove aziende che daranno il via alla fase finale del progetto, che porterà poi all’esposizione delle varie opere il 2 Dicembre 2017, presso Palazzo Podestarile a Montelupo.
Vi presentiamo la prima coppia artista/artigiano che, da oggi, ha iniziato la collaborazione in azienda.
NICOLA TOFFOLINI – ARTISTA

Nicola Toffolini (1975) nell’anno 2000 si è diplomato in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha frequentato in seguito lo stage di scenotecnica “La camera d’oro” tenuto nel 2001 dalla compagnia Socìetas Raffaello Sanzio e il XII corso superiore di arti visive della Fondazione Antonio Ratti di Como, “Fragmented city” tenuto dall’artista Marjetica Potrc nel 2006.
Gli studi e i progetti di Nicola Toffolini delineano una ricerca eclettica che abbraccia discipline diverse e mette tra loro in relazione, disegno, design, architettura, tecnica, performance, teatro e scienze naturali. Realizza disegni, sculture, installazioni, spettacoli e interventi ambientali integrando materiali artificiali e tecnologici con elementi organici o di origine naturale dei quali solitamente condiziona gli equilibri, il comportamento, i ritmi di accumulo e crescita.
Con l’idea che il paesaggio faccia sempre riferimento alla natura osservata con gli occhi della cultura, Toffolini guarda infatti al dato naturale come a una base condivisa che, per la sua apparente accessibilità, si presta a una riflessione critica sul reale e i suoi simboli culturali. Il suo lavoro ha inizialmente un approccio scientifico volto alla realizzazione di “opere-dispositivo” che indagano con la pratica della verifica sperimentale l’impatto dell’agire umano sul mondo, in particolar modo sull’ambiente naturale, lungo la linea che congiunge idealmente le missioni del progetto di ricerca Biosphere 2 (1991/1994 – Oracle, Arizona) allo Svalbard Global Seed Vault (2008 – Longyearbyen, Norvegia). L’adozione del metodo deduttivo e della verifica sperimentale guida anche i primi lavori in ambito performativo e teatrale del progetto Cosmesi, condiviso dal 2003 con Eva Geatti, che affronta la costruzione di “celle di condizionamento per attrice”, vere e proprie architettura autonome che contengono il corpo e divengono il modello in condizioni controllate di coinvolgimenti ed esperimenti della pratica performativa e dell’immaginazione visiva.
Nel corso del tempo l’artista ha tenuto uno scrupoloso diario del suo lavoro custodito in decine di taccuini disegnati di piccole dimensioni. Maniacali nella loro precisione analitica, i disegni in essi contenuti sono il frutto di un impiego eccessivo di energie umane: la loro cura estrema, la minuzia calligrafica, l’attenzione ossessiva per il dettaglio sono soprattutto gli strumenti per una sorta di intima riflessione. Questa metodica registrazione, espressione di una privata rivalutazione del tempo, consente di inventariare i suoi metodi, le suggestioni, i materiali e di quantificare nel dettaglio l’attività svolta.
Dal 2011, interessato all’isolamento volontario e alla critica sociale nell’opera di Henry David Thoreau e nel “manifesto” di TheodoreJohn“Ted”Kaczynski(akaUnabomber),Toffolini pone se stesso al centro del lavoro e comincia a esercitare il disegno su grandi dimensioni (1,5X2,5 mt) come pratica performativa, fisica e privata. In una disciplina che si adegua al lavoro seriale dell’industria, metodicità e ripetitività permettono di annullare la soggettività dell’intervento artistico fornendo al contempo gli strumenti per una forma di meditazione. Non uniformandosi al dogma di dover quantificare i risultati ottenuti nei termini di tempo impiegato, rifiuta l’uso di qualsiasi sistema che possa accelerare il lavoro. Questo procedere non rappresenta però solo una mera forma di resistenza, ma costituisce un punto di osservazione privilegiato per mettere l’uomo e la comunità al centro del lavoro.
Dal 2015 decide di passare a uno studio quasi antropologico sul reale: se la prima istanza di questa ricerca è stata la riappropriazione della personale fisicità legata a una pratica, la successiva che in fase di realizzazione è l’apertura al confronto. Decide di entrare in una azienda artigianale del “MADE IN ITALY” che, dopo 60 anni di attività nel campo della produzione ceramica, sta morendo a causa di questo cambio di passo, di portarvi il suo paradigma di tempo e di produrre e documentare (attraverso fotografie e documenti audio) un’opera (un vaso) che è fatta proprio con la terra che disegna nelle sue opere, come sedimentazione di attenzione. La terra disegnata diventa la materia concreta con cui il vaso viene modellato e il pretesto per la raccolta di saperi e uno scambio tra due contesti artistico e artigianale.
TERRECOTTE CORRADINI E RINALDI

Da 700 anni la storia di Montelupo si fonde con l’arte della ceramica.
La cura, il pregio, il valore e l’attenzione che ha da sempre caratterizzato la realizzazione di oggetti di uso quotidiano, vasi e orci da giardino, generi di lusso e ricercati, decorazioni sacre e commesse ufficiali per il decoro e l’arredamento di abitazioni nobiliari fra Medioevo e Rinascimento, ha fatto sì che la fama dei maestri artigiani montelupini si diffondesse ben oltre i confini locali, per esser conosciuta in tutto il bacino del Mediterraneo.
Già nel XVI secolo la maiolica arcaica blu, la zaffera a rilievo, le produzioni smaltate di imitazione spagnola trovano forte richiesta su tutti i più importanti mercati, raggiungendo anche Olanda e Inghilterra.
La terracotta ha origini ancora più antiche. Con questo nome si identifica infatti la tecnica più semplice di lavorazione dell’argilla, impastata con acqua e cotta in appositi forni, di cui si hanno testimonianze fin dalla preistoria. La caratteristica lavorazione al tornio, permette di realizzare con gesti sapienti forme armoniose e sempre uniche.
Nei secoli la tradizione artistica, le tecniche di lavorazione artigianale, l’impronta e il gusto decorativi, le esperienze e la grande passione per l’arte vasaia e della ceramica in genere, si sono tramandate e arricchite arrivando fino a noi.
La ditta Corradini e Rinaldi svolge la propria attività artigianale dal 1960 secondo le più antiche tradizioni.
Gli esperti artigiani, facendo proprie metodologie, abilità e gesti dei maestri montelupini, danno forma alla creta grezza, animandola di volta in volta in statue, vasi, orci, piatti, rilievi, ornati e arricchiti da sapienti decoratori. Inoltre l’utilizzo della terra di Galestro Toscano, garantisce alle terrecotte una preziosa resistenza agli agenti atmosferici e all’usura del tempo.
Continua così una storia lunga sette secoli, una tradizione che gli artigiani di Montelupo rivivono e fanno rivivere decorando il nostro presente con colori e forme che vengono da lontano.