#cantieremontelupo
In questi anni Montelupo ha ospitato molti artisti, progettisti e designer, proseguendo il dialogo tra storia e contemporaneità, visione e produzione, creatività e curiosità che sono nel dna di ogni ceramista montelupino. Sono stati progetti importanti, sfide avvincenti che hanno arricchito il patrimonio culturale e professionale del territorio. Ogni progetto ha lasciato la propria eredità, formale o culturale, e tracce visibili negli spazi cittadini, nei documentari, nelle belle pubblicazioni editoriali del museo, nelle collezioni e nello stile della ceramica di Montelupo. Nelle amicizie, che vanno oltre i progetti. Ci piace avviare questo racconto dei nostri Cantieri d’Arte, che hanno incontrato moltissime persone, luoghi, botteghe e itinerari, con quello che è, ancora, probabilmente, il progetto più amato dalla città di Montelupo. Nel 2014, il Museo ha chiesto ad Eugenio Taccini di progettare un’opera per la città. Con Officina d’Arte, idee tecniche ed artigiani in viaggio nasce un Cantiere, diretto da Taccini, che ha lavorato con e per Montelupo, con la partecipazione degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e di molte aziende del territorio. Un bel gruppo, affiatato e operoso, che ha seguito Eugenio nella sua idea, portata avanti con la collaborazione preziosa di Matteo Bertini. Mesi di lavoro, di progettazione e produzione per poi arrivare ad inaugurare l’opera collettiva, Biciclette, durante l’edizione 2014 di Cèramica e una mostra, con la partecipazione di Marco Bagnoli, nell’autunno dello stesso anno. Eugenio ha trasferito in questo progetto tutta la sua sensibilità, le esperienze artistiche e le numerose esperienze di relazioni internazionali: “solo viaggiando e confrontandosi con gli altri possiamo apprendere e incrementare le nostre conoscenze, la cultura è prima di tutto scambio”. L’ispirazione per l’opera è arrivata da uno dei decori tipici della ceramica di Montelupo, gli Arlecchini, trasformati in viaggiatori e ambasciatori della ceramica di Montelupo. Con Biciclette Eugenio Taccini e i suoi allievi hanno realizzato quindici figure ad altezza naturale a cavallo di vere biciclette, quasi a suggerire una commistione fra realtà e fantasia, fra arte e vita di tutti i giorni. Nelle ore precedenti l’inaugurazione Eugenio era ancora lì, per strada, a completare le sue Biciclette con i ragazzi e gli artigiani, ma anche con i negozianti del borgo e gli abitanti, che accorrevano a dare una mano. C’era anche Dario Vignozzi, nella sua ultima festa della ceramica. Oggi, dopo qualche incidente e varie fasi di restauro, l’opera ci accoglie all’uscita della SCG Firenze Pisa Livorno ed è ormai uno dei simboli della città. Nata dal senso di appartenenza, dall’intelligenza delle mani unita alla visione di un viaggio.
Benedetta Falteri