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Continuiamo il viaggio fra le maioliche del nostro museo.

Il secondo soggetto che vorrei prendere in considerazione è un piatto, proveniente dallo scarico di fornace, indagato nel 1988, che fu scoperto durante i lavori di ristrutturazione ed ampliamento della vecchia sede del Museo della Ceramica.

Fra i molti reperti che il recupero ha restituito, questo piatto suscita, per il soggetto rappresentato, una certa curiosità.

Si tratta di un piatto, databile al 1480-90, il cui decoro sulla tesa è del genere “Foglia valenciana” realizzato con un lungo stelo che corre dividendo in due parti uguali lo spazio fra la parte centrale del piatto e il suo bordo, da cui, ad intervalli regolari si dipartono coppie di  foglie una al di sopra e d una al di sotto dello stelo, alternando il colore azzurro al colore arancio.

L’azzurro e l’arancio sono anche i colori usati per limitare lo spazio dedicato al decoro sulla tesa con una cerchiatura blu sul bordo ed una arancio a delimitare il centro del piatto dove è raffigurato un animale.

Sulle maioliche montelupine sono frequenti le raffigurazioni di fiori ed animali. L’impiego di tali immagini deriva dalla cultura medievale che utilizzava la natura come un immenso serbatoio di simboli, riferiti ad un universo superiore nascosto alla vista degli uomini comuni. Elementi della natura come pietre, fiori ed animali sono raccolti, catalogati e spiegati in lapidari, fiorari e bestiari.

Il linguaggio simbolico delle raffigurazioni, complesso e misterioso, trae ispirazione dai testi biblici e dei Padri della Chiesa, ma anche dalla tradizione classica e dalle credenze popolari.

Come scriveva Alano da Lilla nel XII secolo: «Ogni creatura del mondo funge per noi da specchio della nostra vita, della nostra morte, della nostra condizione ed è segno fedele della nostra sorte» Segni ed elementi della natura servono quindi per parlare delle cose celesti.

Così quello che viene raffigurato ha un significato più profondo.

Ma quale sarà il significato di questo strano animale? E quale sarà il suo nome?

Difficile da dirsi, posso solo aggiungere che, tutti i bambini che passano davanti a quel piatto inventano un nome, e fra tutti quelli che ho sentito, POLPOIATTTOLO è quello che più mi è sembrato richiamare le caratteristiche del simpatico animaletto raffigurato.

Alessio Ferrari