#cantieremontelupo

Montelupo Fiorentino e la sua ceramica sono abituate ai viaggi. Le rotte mercantili mediterranee e atlantiche che hanno portato le ceramiche rinascimentali in tutto il mondo, gli scambi con le diverse culture, hanno aperto la strada ad una propensione naturale alla curiosità, alla voglia della scoperta, alla contaminazione di stili e linguaggi.

Si può viaggiare e conoscere anche senza muoversi da casa, e a Montelupo Fiorentino questo è avvenuto molte volte, tutte quelle in cui abbiamo visto arrivare opere, artisti, studiosi, professionisti dell’arte e della cultura che sono entrati in relazione con il museo e le botteghe lasciando ogni volta un bagaglio più ricco e importante del precedente.

Il Museo della Ceramica è di per sé un viaggio nella storia, che apre innumerevoli spunti per approfondire e seguire il destino dei nostri capolavori, diffusi nei musei nel mondo, ma anche  per rivivere storie di vita quotidiana del Rinascimento e della storia di Firenze.

Siamo una Città della Ceramica, parte di una rete straordinaria di 46 città italiane che collaborano e discutono sulla tradizione, sulla contemporaneità e il futuro di questo settore produttivo e artistico che unisce tutta la nazione. Da domani a domenica 17 maggio, sotto il segno di Buongiorno Ceramica, queste città festeggeranno insieme la loro arte, in un festival diffuso di immagini e video che inonderanno il web. Sarà un viaggio virtuale, ma ci aspettiamo presto di poterne fare di reali, e di riportare ancora l’esperienza dei nostri artigiani e la passione degli artisti a contatto con le diverse culture del mondo.

Esattamente com’è avvenuto pochi mesi fa, anche se sembra passato un secolo, quando le prime due delegazioni di Montelupo, insieme ad artisti e ceramisti di altre città della rete AICC, sono volate in Cina, all’Art Pottery Village di Fuping. Marco Ulivieri, Ivana Antonini, Patrizio Bartoloni hanno lavorato nella manifattura della famiglia Xu producendo opere frutto dell’incontro tra la tradizione montelupina e la realtà cinese. Un’esperienza che ha segnato le persone e anche il modo di interpretare il proprio lavoro e la propria creatività, in un continuo scambio di relazioni, idee e  competenze.

Ai protagonisti di questo progetto abbiamo chiesto di raccontare cosa hanno portato con sé dopo il mese di residenza artistica, se e come è cambiato il loro modo di pensare e fare ceramica.

“È stata un’esperienza bellissima che mi ha permesso di entrare in contatto con una realtà diversa, con altri modi di pensare e di rapportarsi al mondo e alle metodologie di fare ceramica.

Si è trattato anche di un’esperienza altamente formativa dal punto di vista lavorativo in quanto ho potuto sperimentare nuove tecniche e cimentarmi nell’utilizzo di materiali diversi da quelli che ero solita impiegare nella lavorazione tradizionale. È un’esperienza rara, che riesce a mettere a confronto realtà diverse che si fondono nella creazione di oggetti animati da spirito di innovazione.”

Ivana Antonini

“È stata un’esperienza fondamentale. Il contatto con la realtà produttiva e artistica cinese, unito alla possibilità di potermi occupare ininterrottamente dei miei progetti, mi ha permesso di portare avanti le ricerche a cui stavo lavorando e soprattutto trovare ulteriori spunti creativi, che hanno dato vita, in quel periodo, ad una serie di nuovi lavori. È stato veramente un mese ricco e fecondo che ha allargato fortemente  il mio modo di pensare, fare e progettare ceramica.”

Marco Ulivieri

“Parlare della mia esperienza a Fuping in poche parole non è certo una cosa semplice, anche perché i miei 42 giorni in “terra cinese” sono stati, per me, un’esperienza unica e intensa, che mi ha permesso di confrontarmi in maniera diretta con un modo di fare la ceramica diverso dal nostro.

Nonostante le difficoltà iniziali, sono riuscito ad entrare in sintonia con i ceramisti locali, e insieme a loro ho creato delle opere originali, dimostrando che, nonostante le differenti tecniche di produzione, ma con un’unica sinergia, la CERAMICA può avvicinare i popoli.”

Patrizio Bartoloni

Ora, la pausa forzata ci costringe ad aspettare una nuova partenza e anche la conclusione di questo bel progetto che vedrà la realizzazione di una mostra in Cina e di un nucleo espositivo da presentare in Italia, oltre alla prospettiva di poter ospitare nelle nostre città gli artisti cinesi che vorranno compiere la stessa esperienza. Nel frattempo, possiamo ricordare e fare tesoro di ogni dettaglio.

Fino al prossimo viaggio.

Benedetta Falteri