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Dalla seconda metà del Novecento, in alcune manifatture di Montelupo Fiorentino, sono state realizzate collezioni e pezzi unici d’autore ai più sconosciuti. La grande disponibilità di imprenditori e artigiani ha costituito i presupposti ideali per realizzare queste opere, che rivelano nuove visioni e, al contempo, sono espressione della cultura del fare, delle potenzialità artigianali e dei valori storici di questi luoghi. A partire da oggi vi racconteremo queste esperienze, nella serie “Pezzi unici e Collezioni d’Autore” a cura di Marina Vignozzi Paszkowski.

Voglio cominciare con Le ceramiche delle Tenebre realizzate da Ettore Sottsass nel 1963 presso la manifattura Cav. Guido Bitossi & Figli.

Sottsass era convalescente, aveva lasciato alle spalle gli avvenimenti che lo avevano portato vicino alla morte. Le ceramiche delle Tenebre, “forse le più belle e rare” (Radice, Ettore Sottsass, 1993), vennero disegnate in questo difficile momento “in una esplosione di fantasia, mentre ‘rientrava’ dal cortisone, torturato da emicranie insopportabili” (F. Pivano, Ettore Sottsass Ceramiche dal 1955 al 1970, in “Domus”, 749 1993, p. 70).

Sottsass scrive il 28 gennaio del 1963 ad Aldo Londi che intende realizzare una “quarantina di cilindri tutti uguali ma di dimensioni diverse e nei quali cambiano soltanto le decorazioni”, da farsi in terraglia o in terracotta (Archivio Aldo Londi).

Le ceramiche delle Tenebre Sottsass le ha pensate di notte, le ha pensate spiando gli occhi sbarrati e il respiro angosciato della sua compagna, Fernanda Pivano e a lei sono dedicate.

Nelle settanta straordinarie ceramiche dalle forme “cilindriche con bordino” e con un preciso rapporto tra diametro e altezza, sono inseriti su fondo nero colorati segni del tempo e simboli del cosmo. Al colore Sottsass riconosce un significato simbolico, alchemico. Quei segni-simbolo colorati caratterizzano dunque questo corpus di ceramiche, che ancora una volta sono frutto, al dì là delle congiunture e delle citazioni colte o aneddotiche, dello sviluppo di una sua pregressa ricerca, che ritroviamo anche nei dipinti, nelle decorazioni a piastrelle e nei mobili: le diverse finiture della superfice interagiscono con la luce dando il massimo di espressività ai grandi soli, ai dischi magici e alle oscurità.

Le ceramiche delle Tenebre vennero presentate a Milano presso la galleria Il Sestante nel 1963. Sono oggetti silenziosi, adatti a gesti regali: “Faremo altari per sacrificare le nostre solitudini e altri altari per fare l’amore […] per prendere contatto ancora una volta con il pianeta” (E. Sottsass, Le ceramiche della Tenebre, in East 128 [1], 1963).

Marina Vignozzi Paszkowski

Foto tratte da Le ceramiche della Tenebre, East 128 [1], 1963; da Ettore Sottsass Ceramics, a cura di B. Bischofberger, Chronicle Books, San Francisco, 1996 [fotografie di Santi Caleca].