L’affermazione e il primato della “Scuola italiana” nella ceramica del Novecento, e il ruolo da protagonista svolto da Montelupo in questo scenario, sulla scia dei maestri ispirati alla tradizione di fine Ottocento, costituisce una pagina fondamentale della storia artistica e di design internazionale.

Un tema affrontato da vari autori e che trova, per quanto riguarda la produzione montelupina, una feconda stagione nel Dopoguerra. Lasciamo alle parole di uno specialista come Emanuele Gaudenzi, storico della ceramica è autore di numerose pubblicazioni critiche, la definizione di due importanti esperienze novecentesche,   

Nello stile italiano «ad alcune fabbriche del territorio fiorentino va riconosciuto in tale ambito un ruolo di eccellenza. Di notevole interesse risultò infatti la gamma di stoviglie e complementi d’arredo realizzati dalla Mancioli di Montelupo e Altopascio. Celebri le linee “Rusticana” e “Beat”, oltre alla ”Collezione Medicea”, della cui progettazione si occuparono artisti e designer come Fernando Farulli, Gian Carlo Casini, Eva Zeisel, Sergio Dello Strologo, Ingrid Attenberg e, certo non ultimo, Nanni Valentini.

Altrettanto emblematica a Montelupo fu la vicenda della Guido Bitossi & Figli, che con la direzione di Aldo Londi pervenne ai risultati più lusinghieri. Grazie all’avvicendarsi in azienda di personaggi del calibro di Ettore Sottsass, Saray Shermann, Remo Buti, e all’ispirato contributo dello stesso Londi, si ebbero, fra le altre, le celebri serie “Rimini blu”, “Etrusco”, “Uccelli”, “Fritte”, “Onorevoli”, “Componibile”. Un successo che alla Bitossi proseguì con gli artisti del gruppo “Memphis”, fondato a Milano nel 1981 da Ettore Sottsass, che dette il via al Nuovo design con i modelli di Michele De Lucchi, Matteo Thun, Marco Zanini, Natale Du Pasquier e Antonella Cimatti. A differenza dei loro predecessori, vincolati ad un serioso funzionalismo, gli esponenti del Nuovo design – come quelli del Concept design e del Design design – si riservarono una autonomia progettuale, un libero divertissement all’insegna di una ritrovata “felicità espressiva”».

Da E. Gaudenzi, “La ceramica italiana del Novecento: arte, industria e design”, catalogo della mostra di Tutti i Colori, Montelupo 2019, pp 72-73.

(Red.)