Doppio circuito

A cura di Matteo Zauli

Gli artisti hanno bisogno degli artigiani, e gli artigiani hanno molto bisogno dell’arte, in particolar modo contemporanea.

Il progetto vuole unire in un’ampia visione sinergica, con un raggio di azione che guarda all’area metropolitana della provincia di Firenze, con particolare riferimento ai territori del Comune di Scandicci e del Comune di Montelupo Fiorentino, alcune eccellenze di imprenditoria culturale, le realtà museali del territorio (la Fondazione Museo Montelupo e la rete dei Musei dell’Empolese Valdelsa), le realtà formative artistiche e  alcune tra le più significative eccellenze manifatturiere dei due territori interessati.La Fondazione Museo Montelupo riunisce in questa progettualità un intento generale di crescita culturale e di impatto sullo sviluppo economico del territorio, nella convinzione che l’arte contemporanea possa dar vita ad un processo di sviluppo e di crescita culturale e sociale, attraverso una progettualità coinvolgente e inclusiva, finalizzata ad entrare in contatto diretto con le caratteristiche del territorio che la ospita.Proseguendo nella tradizionale ospitalità agli artisti contemporanei chiamati a lasciare traccia ed eredità creativa, culturale e formale sul territorio, che si è concretizzata in modo importante e coerente con gli intenti del progetto nel percorso Materia Montelupo, la Fondazione propone per l’edizione 2018 del progetto regionale un programma più articolato e diffuso, discusso e condiviso con il territorio, che si articola in un semestre di attività, con la curatela di Matteo Zauli, e interagisce con manifatture artistiche, ceramiche e produttive del territorio coinvolto, nell’ottica delle residenze d’artista e del coinvolgimento della giovane arte contemporanea chiamata ad assistere gli artisti ospiti nei Cantieri d’Arte autunnali.
Hanno partecipato all′iniziativa aziende di Scandicci: Euro Lamp ArtIdee parnersCrea FxMetal StudioBisBagVernianiPowersoft AudioCSO, e alcune aziende ceramiche di Montelupo: Tuscany ArtCeramiche Artistiche F.lli BartoloniCeramiche Dolfi di Ivana Antonini.

Materia Montelupo è una stagione di residenze di progettazione creativa che invita personalità del panorama italiano contemporaneo a lavorare e a creare nuove linee di produzione per le botteghe e le aziende ceramiche della città.

A seguito delle residenze, nei mesi di ottobre e novembre, il 2 dicembre viene inaugurata presso il Palazzo Podestarile di Montelupo una mostra pensata per presentare, nelle diverse stanze del palazzo, non solo i prototipi e le nuove linee ceramiche nate dai cantieri ma anche l’universo creativo di chi li ha progettati.

Il progetto è ideato e curato da Matteo Zauli, fondatore e direttore del museo dedicato allo scultore ceramista Carlo Zauli a Faenza. Il Museo Zauli da 15 anni lavora, attraverso le sue residenze, con artisti internazionali che incontrano, molto spesso per la prima volta, il materiale della tradizione faentina.

L’idea nasce e ruota attorno alla ceramica intesa come presenza della nostra quotidianità più intima: nelle nostre case, sulle nostre tavole, negli angoli della nostra città – afferma Zauli. Un’idea che interpreta lo storico termine di “circolazione” nella ricerca del più ampio dialogo possibile tra i protagonisti del progetto e gli attori del territorio.

Materia Montelupo vuole dare continuità e rafforzare l’esperienza di Materia Prima, non solo portando sul territorio una presenza importante di artisti contemporanei, ma anche ponendo l’attenzione sul tessuto produttivo, che contribuisce all’unicità del territorio.

La scelta è ricaduta sugli esponenti di una generazione attenta alle contaminazioni tra arte e design e agli scambi tra questi linguaggi: Lorenza Boisi, Chiara Camoni, Maddalena Casadei, Ludovica Gioscia, Michele Guido, Alessandro Roma, Andrea Sala, Francesco Simeti, Nicola Toffolini.

Le botteghe o manifatture che li ospitano sono: Ceramiche d’Arte Ammannati, Ceramica Artistica Bartoloni, Ceramiche d’Arte Dolfi di Ivana Antonini, Terrecotte Corradini e Rinaldi, Ceramiche Artistiche Giglio, La Galleria Nuove Forme d’Arte, Sergio Pilastri, Tuscany Art, Veronica Fabozzo Studio d’Arte.

I protagonisti dell’edizione 2017 sono stati scelti non solo per le qualità espressive e per la tipologia del lavoro, che si ricollega ad alcune caratteristiche individuate nell’identità delle produzione ceramiche montelupine, ma anche per la naturale disponibilità al confronto con l’artigianato artistico locale.

Divisi in due gruppi e momenti, vivono la residenza nelle manifatture non solo per la realizzazione di proprie opere, ma con lo scopo ulteriore di innescare una sperimentazione che deve concludersi con un nuovo progetto produttivo della bottega, che vada ad arricchire la collezione delle proposte ceramiche della città.

A integrare il progetto è chiamato un gruppo di studenti selezionati dall’Accademia di Belle Arti e dall’Isia di Firenze: oltre ad arricchire il loro percorso sul campo e a contribuire alla nascita delle nuove produzioni, hanno anche l’opportunità di crearne di proprie, attivando così i presupposti di nuove produzioni contemporanee.

Gli artisti

David Casini

Montevarchi, 1973. Vive e lavora tra Bologna e Montevarchi. Le sue opere nascono dalla dicotomia tra artificiale e organico, dalla trasformazione ed esaltazione dei materiali, da una elegante bellezza complessa alla quale sono legate artigianalità e manualità tipiche di tecniche e materiali originari della Toscana, proprio luogo di origine.

Sabina Mezzaqui

Bologna, 1964. vive e lavora a Marzabotto (BO). Diplomata all’Istituto Statale d’Arte di Bologna nel 1985 e poi all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1993. Molti suoi lavori sono una materializzazione dello scorrere del tem-po, mettendo in gioco il senso del fare manuale nella ripetizione per ore e ore di gesti minuti (infilare perline, ritagliare, piegare, disegnare piccoli motivi. Nelle opere spesso compare la scrittura (brevi testi, memorie, riferimenti letterari, libri rimaneggiati. Anche i suoi video raccontano di tempi lenti, registrando variazioni di luce o semplici fenomeni naturali come il pulviscolo nei pressi di una finestra socchiusa o le stelline riflesse dal sole sulle onde o la neve che cade. Negli ultimi anni ha sperimentato modalità di lavoro condiviso (Tavolo di Lavoro di Marzabotto, Parma, San Gimignano, Cesena).

Claudia Loisi

Piacenza, 1971. vive e lavora a Piacenza. Nella sua pratica artistica hanno un ruolo di particolare importanza l’osservazione dell’ambiente, naturale e antropizzato, l’attenzione alle scienze naturali e umanistiche. Il viaggio e il coinvolgimento fisico nello spazio sono strumenti imprescindibili di osservazione del mondo. “Mi interessa la relazione profonda tra narrazione collettiva e immaginario nell’umano e i suoi meccanismi d’innesco“. Utilizza una varietà di media che va dalle installazioni site-specific alla scultura, dalla fotografia e video, a performance a lavori su tessuto e su carta.