LA STORIA DEL MUSEO

La valorizzazione del patrimonio di Montelupo, dagli anni ’70 ad oggi

La valorizzazione del patrimonio di Montelupo, dagli anni ‘70 ad oggiLa realizzazione di un Museo della Ceramica a Montelupo era in cantiere già a partire dal dopoguerra. Nel piano di ricostruzione del 1946 era prevista, infatti, la realizzazione di un edificio che doveva ospitarlo. Ma è stato solo nei primi anni ’70 che si posero le basi per la realizzazione del Museo.

Tutto è iniziato da un pozzo

Nel 1973, durante i lavori di pavimentazione di un’antica strada del castello di Montelupo, fu trovato un antico pozzo, chiamato Pozzo dei lavatoi per la presenza di lavatoi pubblici in quell’area. Quando la sua funzione originaria cessò, fu adibito a discarica per le vicine fornaci, rivelandosi un grande deposito archeologico che raccoglieva le testimonianze dell’attività produttiva montelupina dalla fine del XIII secolo al XVII secolo.

Dopo il ritrovamento, fu la Soprintendenza Archeologica della Toscana a condurre le campagne di ricerca che, nel biennio 1975-76, grazie a una paziente opera di restauro sui materiali rinvenuti, produssero circa 300 esemplari ceramici riconducibili al primo quarto del 1500.

Questi materiali furono il nucleo di una prima importante esposizione che si tenne a Montelupo nell’estate del 1977, nei locali dell’allora scuola elementare E. Corradini, che nel 2008 diverrà la sede attuale del Museo. In quel periodo nacque e si consolidò il Gruppo Archeologico di Montelupo, un gruppo di volontari che estese la propria attività di ricerca a tutta l’area urbana di Montelupo.

L’amministrazione comunale di Montelupo si impegnò a fondo per dare una sede prestigiosa al patrimonio archeologico che si stava formando, decidendo infine di trasformare in museo lo stesso palazzo comunale, lo storico Palazzo del Podestà.

Il Rosso di Montelupo

Un capolavoro della maiolica rinascimentale italiana: un bacile di straordinaria ricchezza cromatica e decorativa datato 1509. Il suo nome particolare deriva dal pigmento rosso usato nella decorazione, la cui composizione rimane ancora oggi un mistero.

Da Parigi a Montelupo

La maiolica faceva parte della collezione Gustave de Rothschild di Parigi, per poi appartenere all’antiquario e collezionista francese Alain Moatti. È stata poi acquistata e donata al Museo dal Comune di Montelupo Fiorentino e da sponsor privati, tra cui le più importanti fabbriche di ceramica del territorio.