Montelupo rosso secret

Nove secoli di ceramica toscana

A cura della Fondazione Museo Montelupo e del Centro Ceramico Sperimentale

30 Maggio – 9 Giugno 2019

Montelupo Rosso Secret è una mostra allestita presso il Museo delle Arti e dei Mestieri di Zagrabria (in Croazia) e curata da Alessandro Mandolesi (Fondazione Museo Montelupo), Marina Vignozzi Paszkowski e Gabriele Migliori (Centro Ceramico Sperimentale). L’esposizione è stata organizzata e promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, con il sostegno del Mistero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

La mostra di Tutti i Colori, visitabile a Montelupo Fiorentino, propone una inedita e articolata esposizione dedicata ai colori e alle narrazioni ispirate alle ceramiche della “fabbrica di Firenze”, sin dalle sue origini (XIII-XIV secolo), attraverso un esclusivo itinerario di visita arricchito da allestimenti multimediali.
La proposta di una mostra rappresentativa della storia ceramica montelupina al Museo delle Arti e dell’Artigianato di Zagabria costituisce un’occasione unica per raccontare la continuità di questa esperienza produttiva attraverso l’esposizione di nove secoli di ceramica simboleggiate da una selezione di opere realizzate fino ad oggi, dilatando così lo sguardo alla contemporanea stagione di artigianato artistico, di industria e di design maturata grazie al contributo di importanti ceramisti e imprenditori. Il solco della modernità della ceramica di Montelupo è stato tracciato da Raffaello Fanciullacci, proveniente dalla manifattura Ginori di Doccia, oppure da Guido Bitossi, uno dei migliori interpreti della trasformazione della tradizione artistica in un sistema produttivo ceramico di tipo industriale di alta qualità.
Il successo della ceramica di Montelupo, presso le grandi famiglie fiorentine e le maggiori istituzioni cittadine, è basato in primo luogo sulla sapiente ricerca cromatica che rende unica questa esperienza manifatturiera. A differenza di altri capoluoghi ceramici italiani ed europei dove si sperimentano diverse versioni iconografiche, la “fabbrica di Firenze” si cimenta in originali composizioni e soluzioni tecnologiche, certamente sostenute dalle conquiste della grande arte fiorentina, basate su una continua e raffinata ricerca figurativa vivacizzata da un scelta cromatica senza confronti. Ecco che, sin dalle origini, il colore, assieme alle conquiste figurative, diventa il vero protagonista nella ceramica fiorentina, un elemento qualificante la produzione attraverso cui le botteghe sperimentano e sviluppano, passo dopo passo, decennio dopo decennio, la fulgida storia della ceramica Montelupo.
Seguendo l’evoluzione dei colori – dal verde-bruno tardo-medievale (ramina-manganese) all’azzurro-blu dell’Umanesimo (cobalto), dal giallo-arancio del primo Rinascimento (alterazione dei precedenti e di altri elementi) all’impareggiabile rosso di Montelupo del Rinascimento che, nelle more dei suoi segreti compositivi, ha esaltato la produzione del Cinquecento – è possibile seguire anche la lunga vicenda e il successo della ceramica di Montelupo. Un trionfo di colori che si consolida in una tradizione cromatica unica e che trova, nel Seicento, una divertente e originale manifestazione nella produzione degli “arlecchini”, ossia dei piatti fatti di colori sui quali venivano dipinti personaggi del tempo rivisitati con tono caricaturale, espressione ironica della cultura popolare.

E’ questa la chiave di lettura della sezione storica della mostra, allestita nella prima sala espositiva, connessa all’evoluzione dei colori e allo stesso tempo ai racconti, ai simboli e alle curiosità che le raffigurazioni delle ceramiche ci tramandano e che vengono presentate al pubblico con un registro narrativo comprensibile. In questa sala sono esposte circa 30 ceramiche delle collezioni del Museo della Ceramica di Montelupo Fiorentino.
La sezione moderna, allestita nella seconda sala espositiva, è incentrata invece sull’interpretazione dei colori e delle forme nella ceramica più recente. Nella seconda sala sono esposte ceramiche del ‘900 (circa 10 pezzi, in fase di selezione) di aziende storiche montelupine (FanciullacciMancioliBitossi) e di maestri del design italiano (SottsassFarulli e altri), oltre ad altri pezzi (circa 10) realizzati recentemente da alcune aziende ceramiche insieme ad attuali design e artisti nazionali, oltre ad alcuni pezzi (5-10) selezionati nelle aziende fra quelli ritenuti più innovativi sotto il profilo della forma, della tecnica materica, della funzionalità. Oggetti, affiancati da immagini suggestive, che narrano il prolifico percorso produttivo fra tradizione e innovazione, nonché il significativo contributo artistico e commerciale, fatto in primo luogo di idee e di manufatti, che la produzione ceramica di Montelupo ha offerto sino ai giorni nostri. In questa sala verrà inoltre allestito un piccolo laboratorio ceramico con attrezzature (torni, tornietti ecc.) per attività dimostrative con i artigiani montelupini, a cura della Scuola di Ceramica.
L’accostamento fra oggetti di “colore” e oggetti di “narrazione” accompagnerà il pubblico in un inaspettato e suggestivo panorama di conoscenze sulle produzioni del passato e del presente, giocato sia sul registro comunicativo che su quello emotivo grazie a specifici allestimenti. Il visitatore affronterà un viaggio nel tempo che abbraccia nove secoli di storia italiana, a partire da quelli significativi della cultura toscana e del suo “vivere civile”, i cui modelli ed effetti si sono propagati in Italia e in Europa attraverso la ceramica stessa: la “fabbrica di Firenze”, grazie alla fitta ed efficiente trama commerciale, si diffonderà infatti in tutto il mondo conosciuto, fino alle Americhe. A questa internazionalizzazione dell’immagine di Firenze hanno contribuito le ceramiche montelupine, con i loro simboli e i loro colori, nell’ambito della diffusione dei costumi, della cultura e dei simboli della città gigliata.

Ogni sezione verrà allestita con pannelli esplicativi composti da testi brevi (in italiano e croato) utili a evidenziare la tradizione ceramica e i rapporti tra Montelupo e la Firenze dell’epoca dei Medici, l’evoluzione e il cambiamneto delle produzioni fino all’800, la rinascita del XX secolo e le produzioni attuali delle aziende con particolari produzioni rivolte ai mercati internazionali. Sottolineando soprattutto il filo conduttore del colore “rosso” (pigmento instabile e di massima difficoltà nell’applicazione ceramica), ma che Montelupo, con altri pochissimi centri di fabbrica rinascimentali, era riuscito ad utilizzare già dall’inizio del ‘500 (ne sarà testimone una bellissima riproduzione di uno dei più importanti piatti del Museo, oltre ad altri oggetti esposti anche tra quelli contemporanei).