Thomas Lange | Non sporcare il fiume
a cura di Marco Tonelli
28 Aprile – 3 Luglio 2017
Il 28 aprile 2017 presso il Palazzo Podestarile di Montelupo Fiorentino è stata inaugurata la mostra antologica dedicata ad uno dei più liberi e visionari artisti contemporanei che vivono in Italia: Thomas Lange.
Thomas Lange, nato a Berlino nel 1957, formatosi in Germania sulla scia del neoespressionismo tedesco, ha scelto l’Italia come sua seconda patria a metà degli anni Novanta, dividendosi oggi tra la capitale tedesca e Torre Alfina, nei pressi di Orvieto. Potrebbe essere definito un tedesco italiano o un italiano tedesco, come in passato avvenne per Albrecht Dürer, a cui Lange ha non a caso dedicato un ciclo di dipinti o per Goethe. La sua formazione originaria di pittore si nutre degli impeti e le accensioni del Neoespressionismo che si sviluppò in Germania negli anni Settanta, ma la sua poetica profonda aspira a toccare il cuore mistico della realtà nei suoi aspetti più eccessivi, umani e trascendenti. È soltanto in Italia che Lange ha iniziato a lavorare la terracotta e la ceramica, quasi toccato dal fuoco del genius loci della terra, producendo una considerevole e non omogenea quantità di sculture, intuendo la forza della tradizione e capendo le potenzialità espressive contemporanee di questa materia.
La mostra “Non sporcare il fiume”, che ha occupato gli spazi del Palazzo Podestarile, pensata come sovrapposizione di due mondi (un piano di purezza ed uno di disordine) è una sorta di personale reinterpretazione di Lange nei confronti della storia delle proprie sculture in terracotta, allestite come fossero una immensa ed onnicomprensiva installazione di opere, realizzate nel corso di vari anni o prodotte per l’occasione. Tra queste un omaggio al crocifisso del 1495 attribuito a Baccio da Montelupo nella chiesa di San Lorenzo a Firenze: Lange ha incardinato la mostra su una grande scultura orizzontale composta di vari frammenti dipinti e dedicata proprio al volto dell’opera fiorentina di Baccio, che riproducono in maniera molto espressiva e dolente, anche se carica di vitalità.
Il tema del sacro ha del resto da sempre affascinato l’artista, che l’ha reinterpretato in grandi installazioni di terracotta come La cacciata dal Paradiso nel 1998, nella serie del Golgota del 2011 o in varie altre opere dedicate alla Crocifissione come la Via Crucis del 2012, dandone versioni di grande pathos, umanità, incandescenza e visceralità.
La scultura di Lange insegue rotte di nascita e di morte, corruzione e fertilità, grazia e maledizione, purezza e opacità, segnate e dipinte nella terracotta, materia a cui farà riferimento esclusivo la mostra di Montelupo Fiorentino, che vedrà esposte sculture di grandi dimensioni come alcune Veneri rivisitate o di dimensioni più contenute ma composte di centinaia di piccoli volti disposti nell’ambiente, di ritratti di famiglia e statue riccamente dipinte secondo il tipico stile barocco-espressionista di Lange.
La mostra, a cura di Marco Tonelli, prevede la pubblicazione di un catalogo edito da Gli Ori, con un testo del critico e storico d’arte Giuliano Serafini, un’intervista all’artista di Lorenzo Fiorucci ed un breve scritto di poetica dello stesso Lange che ha dato il titolo alla mostra.