Materia Montelupo
Materia Montelupo
Cantieri d′arte contemporanea e residenze d′artista, a cura di Matteo Zauli
Materia Montelupo è una stagione di residenze per artisti e designer italiani invitati a lavorare in una o più manifatture locali per progettare nuove linee di produzione per le botteghe e le aziende ceramiche della città.
Materia Montelupo è una stagione di residenze di progettazione creativa che invita personalità del panorama italiano contemporaneo a lavorare e a creare nuove linee di produzione per le botteghe e le aziende ceramiche della città.
A seguito delle residenze, nei mesi di ottobre e novembre, il 2 dicembre viene inaugurata presso il Palazzo Podestarile di Montelupo una mostra pensata per presentare, nelle diverse stanze del palazzo, non solo i prototipi e le nuove linee ceramiche nate dai cantieri ma anche l’universo creativo di chi li ha progettati.
Il progetto è ideato e curato da Matteo Zauli, fondatore e direttore del museo dedicato allo scultore ceramista Carlo Zauli a Faenza. Il Museo Zauli da 15 anni lavora, attraverso le sue residenze, con artisti internazionali che incontrano, molto spesso per la prima volta, il materiale della tradizione faentina.
L’idea nasce e ruota attorno alla ceramica intesa come presenza della nostra quotidianità più intima: nelle nostre case, sulle nostre tavole, negli angoli della nostra città – afferma Zauli. Un’idea che interpreta lo storico termine di “circolazione” nella ricerca del più ampio dialogo possibile tra i protagonisti del progetto e gli attori del territorio.
Materia Montelupo vuole dare continuità e rafforzare l’esperienza di Materia Prima, non solo portando sul territorio una presenza importante di artisti contemporanei, ma anche ponendo l’attenzione sul tessuto produttivo, che contribuisce all’unicità del territorio.
La scelta è ricaduta sugli esponenti di una generazione attenta alle contaminazioni tra arte e design e agli scambi tra questi linguaggi: Lorenza Boisi, Chiara Camoni, Maddalena Casadei, Ludovica Gioscia, Michele Guido, Alessandro Roma, Andrea Sala, Francesco Simeti, Nicola Toffolini.
Le botteghe o manifatture che li ospitano sono: Ceramiche d’Arte Ammannati, Ceramica Artistica Bartoloni, Ceramiche d’Arte Dolfi di Ivana Antonini, Terrecotte Corradini e Rinaldi, Ceramiche Artistiche Giglio, La Galleria Nuove Forme d’Arte, Sergio Pilastri, Tuscany Art, Veronica Fabozzo Studio d’Arte.
I protagonisti dell’edizione 2017 sono stati scelti non solo per le qualità espressive e per la tipologia del lavoro, che si ricollega ad alcune caratteristiche individuate nell’identità delle produzione ceramiche montelupine, ma anche per la naturale disponibilità al confronto con l’artigianato artistico locale.
Divisi in due gruppi e momenti, vivono la residenza nelle manifatture non solo per la realizzazione di proprie opere, ma con lo scopo ulteriore di innescare una sperimentazione che deve concludersi con un nuovo progetto produttivo della bottega, che vada ad arricchire la collezione delle proposte ceramiche della città.
A integrare il progetto è chiamato un gruppo di studenti selezionati dall’Accademia di Belle Arti e dall’Isia di Firenze: oltre ad arricchire il loro percorso sul campo e a contribuire alla nascita delle nuove produzioni, hanno anche l’opportunità di crearne di proprie, attivando così i presupposti di nuove produzioni contemporanee.
Thomas Lange | Non sporcare il fiume
Thomas Lange | Non sporcare il fiume
a cura di Marco Tonelli
28 Aprile – 3 Luglio 2017
Il 28 aprile 2017 presso il Palazzo Podestarile di Montelupo Fiorentino è stata inaugurata la mostra antologica dedicata ad uno dei più liberi e visionari artisti contemporanei che vivono in Italia: Thomas Lange.
Thomas Lange, nato a Berlino nel 1957, formatosi in Germania sulla scia del neoespressionismo tedesco, ha scelto l’Italia come sua seconda patria a metà degli anni Novanta, dividendosi oggi tra la capitale tedesca e Torre Alfina, nei pressi di Orvieto. Potrebbe essere definito un tedesco italiano o un italiano tedesco, come in passato avvenne per Albrecht Dürer, a cui Lange ha non a caso dedicato un ciclo di dipinti o per Goethe. La sua formazione originaria di pittore si nutre degli impeti e le accensioni del Neoespressionismo che si sviluppò in Germania negli anni Settanta, ma la sua poetica profonda aspira a toccare il cuore mistico della realtà nei suoi aspetti più eccessivi, umani e trascendenti. È soltanto in Italia che Lange ha iniziato a lavorare la terracotta e la ceramica, quasi toccato dal fuoco del genius loci della terra, producendo una considerevole e non omogenea quantità di sculture, intuendo la forza della tradizione e capendo le potenzialità espressive contemporanee di questa materia.
La mostra “Non sporcare il fiume”, che ha occupato gli spazi del Palazzo Podestarile, pensata come sovrapposizione di due mondi (un piano di purezza ed uno di disordine) è una sorta di personale reinterpretazione di Lange nei confronti della storia delle proprie sculture in terracotta, allestite come fossero una immensa ed onnicomprensiva installazione di opere, realizzate nel corso di vari anni o prodotte per l’occasione. Tra queste un omaggio al crocifisso del 1495 attribuito a Baccio da Montelupo nella chiesa di San Lorenzo a Firenze: Lange ha incardinato la mostra su una grande scultura orizzontale composta di vari frammenti dipinti e dedicata proprio al volto dell’opera fiorentina di Baccio, che riproducono in maniera molto espressiva e dolente, anche se carica di vitalità.
Il tema del sacro ha del resto da sempre affascinato l’artista, che l’ha reinterpretato in grandi installazioni di terracotta come La cacciata dal Paradiso nel 1998, nella serie del Golgota del 2011 o in varie altre opere dedicate alla Crocifissione come la Via Crucis del 2012, dandone versioni di grande pathos, umanità, incandescenza e visceralità.
La scultura di Lange insegue rotte di nascita e di morte, corruzione e fertilità, grazia e maledizione, purezza e opacità, segnate e dipinte nella terracotta, materia a cui farà riferimento esclusivo la mostra di Montelupo Fiorentino, che vedrà esposte sculture di grandi dimensioni come alcune Veneri rivisitate o di dimensioni più contenute ma composte di centinaia di piccoli volti disposti nell’ambiente, di ritratti di famiglia e statue riccamente dipinte secondo il tipico stile barocco-espressionista di Lange.
La mostra, a cura di Marco Tonelli, prevede la pubblicazione di un catalogo edito da Gli Ori, con un testo del critico e storico d’arte Giuliano Serafini, un’intervista all’artista di Lorenzo Fiorucci ed un breve scritto di poetica dello stesso Lange che ha dato il titolo alla mostra.
Presenti silenti
PRESENTI SILENTI
Elena Bianchini, Agnese Parronchi, Josephine Zāyāl
A cura di Claudio Giorgetti
16 Settembre – 11 Novembre 2017
La mostra è stata inaugurata il 16 settembre 2017 presso il Palazzo Podestarile e nell’attigua Fornace Cioni Alderighi. Fino all’11 novembre sarà possibile ammirare le opere di tre artiste, di cultura e generazioni diverse. Presenti silenti si configura come un affascinante viaggio dell’arte dedicata al femminile: espongono, infatti, tre artiste, Elena Bianchini, Agnese Parronchi e Josephine Zāyāl. Ciascuna delle artiste coinvolte ha effettuato un sopralluogo nello spazio assegnato, per poi realizzare appositamente le opere che sono state in seguito esposte presso il Palazzo Podestarile e la Fornace Cioni Alderighi.
Il curatore, Claudio Giorgetti, ha individuato tre artiste con una storia e una formazione diverse fra loro, tre interpreti dell’arte al femminile, tre rappresentanti di differenti stagioni culturali e anche della vita. A simboleggiare tale articolazione, la mostra è stata declinata in tre sezioni: estate, autunno ed inverno.
Il percorso espositivo proposto in questa occasione nasce dall’incontro di sensibilità artistiche diverse e di differenti provenienze e dà vita ad una mostra pensata appositamente per gli spazi espositivi di Montelupo Fiorentino: il Palazzo Podestarile e l’Antica Fornace (ex Cioni-Aderighi). Questa mostra – nella dichirazione di intenti del curatore – non è per addetti ai lavori, ma è pensata per un pubblico non idealizzato: «È per tutti, affinché ogni persona con la propria sensibilità possa elaborare, secondo l’attivazione di un principio estetico, e dunque critico, le proprie idee e riflessioni. La vera sfida è stata quella di proporre un percorso di esperienza visiva chiaramente suddiviso in tre segmenti culturalmente ed esteticamente molto diversi eppur legati ed interconnessi. Un iter dal quale speriamo, ed è l’augurio delle tre artiste coinvolte e di tutti coloro che hanno partecipato a questo progetto, sia bandita la ripetitività seriale ed anche la noia».
Le opere presentate esplicitano molte tecniche artistiche di produzione, dalla terracotta alla ceramica, dalla pittura alle tecniche miste e alla grafica, tutte espressioni del mondo interiore di ogni singola autrice.
Le artiste
ELENA BIANCHINI
Nasce a Lucca nel 1935. Si diploma all’Istituto d’Arte “Augusto Passaglia”. Frequenta poi a Firenze la Scuola di Grafica e Pubblicità “Leonetto Cappiello”. Dagli anni ’60 agli anni’ 80, compatibilmente con gli impegni familiari, si dedica alla pittura e successivamente anche alla scultura con opere in terracotta e bronzo. Tra le mostre si segnalano: Sala d’Arte Ass.ne Commercianti Lucca Palazzo Ducale – Il Magazzino del Sale Viareggio (1978) – Galleria d’Arte Spinetti2 Firenze (1979) – Spazio Pisanello Fondazione Toniolo Verona (2000) – Sala delle Grasce Centro Culturale Luigi Russo Pietrasanta (2002) –Prima Biennale d’Arte Fregene (2002) – Chiostro di S. Agostino Pietrasanta (2002) – Prima Biennale d’Arte Fregene (2002) – Chiostro di S. Agostino Pietrasanta (2002) – Kwai Fung Hin Art , Kowoloon- Hong Kong (2003) – Fondazione ARKAD Seravezza (2003). Partecipa a mostre collettive tra le quali: Arte a Villa Castel Barco Vaprio D’Adda Milano (2004) – Arte e Città X^ En.ne San Giovanni in Persiceto Bologna (2005) – Percorsi Paralleli Palazzo Mediceo Seravezza (2006) – Sentire il Sacro Palazzo Pretorio Vicopisano -Pi- (2008-2009) L’Albero di Jesse Castello di Villa Smilea- Montale – Pistoia (2014) – Linea D’ombra Casa Natale di Leonardo da Vinci – Anchiano- Vinci (2016). Vive e lavora a Pietrasanta.
Agnese Parronchi
Nasce a Firenze nel 1957. Si diploma al liceo artistico di Firenze nel 1976. Nel 1980 consegue il diploma di restauratrice all’Opificio delle Pietre Dure (O.P.D.) di Firenze nel settore di Scultura e Arti Minori. Viaggia molto in Europa, Stati Uniti e Oriente.
Nel 1986 inizia la docenza di Restauro all’O.P.D e restaura i marmi di Michelangelo di Casa Buonarroti e delle Cappelle Medicee di Firenze.
Nel 2004 riceve il premio Art Watch International Inc. della Columbia University “For her lifelong dedication to dignity of Art”.
Nel 2007 espone per la prima volta le sue sculture al Museo Marino Marini di Firenze. Seguono altre mostre tra le quali si segnala: Sculture di Argilla – La concretezza delle immagini Museo Civico Archeologico di Fiesole (FI). Svolge la sua attività di restauratrice prevalentemente in Toscana tra Firenze, Arezzo, Siena, Pisa.
JOSEPHINE ZĀYĀL
Nasce a Damasco in Syria nel 1971. Qui si diploma in Discipline Artistiche. Dal 1992 si trasferisce in Italia a Firenze. Inizia la sua attività artistica e parallelamente ricomincia a studiare frequentando corsi di specializzazione nell’ambito del restauro di pittura e dei reperti archeologici (ceramici e lapidei). Inizia a dipingere prediligendo la difficile tecnica dell’acquerello. Negli anni ’90 e ad inizio del 2000 partecipa a iniziative e mostre pur continuando la sua sperimentazione artistica. Dal 1997 inizia a produrre grandi quadri a tecnica mista e sposta i suoi interessi sulla grafica e l’incisione. Nel 2001 apre la sua Bottega d’Arte nel centro storico di Firenze. Tutto il suo percorso è caratterizzato dallo studio e dalla frequenza di corsi e stage di perfezionamento e dalla sperimentazione nei campi della pittura, della grafica, dell’incisione e della ceramica. Vive e lavora a Firenze.
Adrian Paci
Adrian Paci | Di queste luci si servirà la notte
A cura di Marco Tonelli

Adrian Paci (Scutari, 1969) è tra gli artisti più noti del panorama artistico internazionale. All’interno delle sue opere (pitture, installazioni, video, fotografie) indaga la condizione umana sempre in transito e la complessità delle dinamiche sociali, politiche e culturali del nostro presente. Dopo gli studi di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Tirana, nel 1997 Paci lascia l’Albania e si trasferisce a Milano dove attualmente vive e lavora. Per le città di Firenze, Montelupo Fiorentino e Pelago, Paci ha pensato ad un progetto artistico, Di queste luci si servirà la notte, sui temi della migrazione, dell’identità, del flusso e dell’acqua che include una nuova produzione e una mostra diffusa in più sedi. La prima ha previsto la realizzazione di una performance sulle acque del fiume Arno (settembre 2017) e di un video di documentazione; la seconda è stata un’esposizione temporanea sviluppata tra il Museo Novecento, Le Murate. Progetti Arte Contemporanea e i comuni di Pelago e Montelupo Fiorentino, luoghi satellite che hanno ospitato nelle loro sedi espositive una selezione di lavori di Adrian Paci, pitture, video, sculture e installazioni rappresentative della sua ricerca e legate all’elemento dell’acqua.
In particolare, a Montelupo Fiorentino, la Fornace Cioni Alderighi ha ospitato l’opera video The Encounter del 2011. Il video, girato a Scicli in Sicilia di fronte alla chiesa barocca di San Bartolomeo, è la documentazione di una perfomance realizzata dall’artista insieme alla comunità del luogo. Sul sagrato della chiesa, luogo simbolico e normalmente fulcro della vita sociale, Paci ha incontrato centinaia di persone per stringergli in maniera simbolica la mano. Un gesto semplice ma estremamente metaforico, ripetuto in maniera ossessiva fino a diventare rituale.
