Ceramica Dolce
Ceramica Dolce
Con il progetto Ceramica Dolce abbiamo spinto un po’ di più l’acceleratore della sperimentazione, che ha messo a confronto mondi (erroneamente) ritenuti lontani: il mondo della consapevolezza e delle competenze tradizionali, quelle che si apprendono a bottega (un tempo) o nelle scuole altamente specializzate (come il Centro Ceramico Sperimentale di Montelupo); il mondo della creatività estrema, dell’attenzione alla forma e dell’esplorazione delle molteplici funzionalità, anche funzionali.– Paolo Masetti, Sindaco di Montelupo

Materia Montelupo è una stagione di residenze di progettazione creativa che invita personalità del panorama italiano contemporaneo a lavorare e a creare nuove linee di produzione per le botteghe e le aziende ceramiche della città.
A seguito delle residenze, nei mesi di ottobre e novembre, il 2 dicembre viene inaugurata presso il Palazzo Podestarile di Montelupo una mostra pensata per presentare, nelle diverse stanze del palazzo, non solo i prototipi e le nuove linee ceramiche nate dai cantieri ma anche l’universo creativo di chi li ha progettati.
Il progetto è ideato e curato da Matteo Zauli, fondatore e direttore del museo dedicato allo scultore ceramista Carlo Zauli a Faenza. Il Museo Zauli da 15 anni lavora, attraverso le sue residenze, con artisti internazionali che incontrano, molto spesso per la prima volta, il materiale della tradizione faentina.
L’idea nasce e ruota attorno alla ceramica intesa come presenza della nostra quotidianità più intima: nelle nostre case, sulle nostre tavole, negli angoli della nostra città – afferma Zauli. Un’idea che interpreta lo storico termine di “circolazione” nella ricerca del più ampio dialogo possibile tra i protagonisti del progetto e gli attori del territorio.
Materia Montelupo vuole dare continuità e rafforzare l’esperienza di Materia Prima, non solo portando sul territorio una presenza importante di artisti contemporanei, ma anche ponendo l’attenzione sul tessuto produttivo, che contribuisce all’unicità del territorio.
La scelta è ricaduta sugli esponenti di una generazione attenta alle contaminazioni tra arte e design e agli scambi tra questi linguaggi: Lorenza Boisi, Chiara Camoni, Maddalena Casadei, Ludovica Gioscia, Michele Guido, Alessandro Roma, Andrea Sala, Francesco Simeti, Nicola Toffolini.
Le botteghe o manifatture che li ospitano sono: Ceramiche d’Arte Ammannati, Ceramica Artistica Bartoloni, Ceramiche d’Arte Dolfi di Ivana Antonini, Terrecotte Corradini e Rinaldi, Ceramiche Artistiche Giglio, La Galleria Nuove Forme d’Arte, Sergio Pilastri, Tuscany Art, Veronica Fabozzo Studio d’Arte.
I protagonisti dell’edizione 2017 sono stati scelti non solo per le qualità espressive e per la tipologia del lavoro, che si ricollega ad alcune caratteristiche individuate nell’identità delle produzione ceramiche montelupine, ma anche per la naturale disponibilità al confronto con l’artigianato artistico locale.
Divisi in due gruppi e momenti, vivono la residenza nelle manifatture non solo per la realizzazione di proprie opere, ma con lo scopo ulteriore di innescare una sperimentazione che deve concludersi con un nuovo progetto produttivo della bottega, che vada ad arricchire la collezione delle proposte ceramiche della città.
A integrare il progetto è chiamato un gruppo di studenti selezionati dall’Accademia di Belle Arti e dall’Isia di Firenze: oltre ad arricchire il loro percorso sul campo e a contribuire alla nascita delle nuove produzioni, hanno anche l’opportunità di crearne di proprie, attivando così i presupposti di nuove produzioni contemporanee.
GLI ARTISTI
ANTONIO ARICò
Artista, designer e direttore creativo, doppia laurea al Politecnico di Milano, è conosciuto come precursore di un approccio unico che ibrida i settori dell’artigianato e dell’autoproduzione con il design industriale. Con ogni nuovo progetto si avvicina ai temi del design, preferendo concentrarsi sul romantico, sul fantastico e sull’archetipico piuttosto che sul funzionale che viene “scaldato” dalla poesia, dalla fantasia e dal romanticismo del nostro passato, riportato vividamente in vita con nuovi occhi.
FRANCESCO BINFARé
Milanese, classe 1939, lavora per Cassina dal 1969 al 1990, dirigendo il laboratorio di ricerca dell’azienda. Con Gaetano Pesce e Alessandro Mendini lavora alla produzione di oggetti in serie limitate, con Mario Bellini affronta le possibilità creative offerte dai nuovi mezzi di comunicazione di massa. Negli anni più recenti ha messo a punto la concezione del divano come opera d’arte e simbolica installazione domestica, immaginando divani sempre più scultorei e destrutturati, come Flap, On the Rocks, Sfatto, Standard, Pack, tutti prodotti da Edra.
LORENZO DAMIANI
Nato nel 1972, laureato al Politecnico di Milano, ha collaborato con aziende come Caimi Brevetti, Campeggi, Cappellini, Ceramica Flaminia, Da a, IB Rubinetti, Illy Caffè, Lavazza, Luce di Carrara, Montina, Nodus, Ikea. Triennale Design Museum gli ha dedicato la mostra “Ma Dove Sono Finiti gli Inventori?” curata da Marco Romanelli e “Prova a Prendermi”, curata da Silvana Annicchiarico. La Fondazione Achille Castiglioni ha ospitato la mostra monografica: “Lorenzo Damiani: Senza Stile”, curata da Giovanna Castiglioni.
Maurizio Galante
Dopo gli studi in Italia si è trasferito a Parigi, dove nel 2008 è stato nominato Cavaliere delle Arti e delle Lettere. I suoi lavori, caratterizzati dall’ossessiva ricerca dei volumi e dalla figura della ripeti-zione, si muovono sul confine fra arte, moda e design.
Le sue opere fanno parte delle collezioni permanenti di prestigiosi musei come il Mobilier National, il Musée des Arts Décoratifs e la Cartier Foundation for Contemporary Art di Parigi, il Victoria & Albert Museum di Londra, il Kyoto Costume Institute di Kyoto e il MoMA di New York.
Tal Lancman
Israeliano, dopo gli studi a Gerusalemme e Tel Aviv da anni vive e lavora a Parigi. Designer e trend forecast analyst, pone al centro delle sue ricerche il concetto di trasversalità, muovendosi al croce-via fra arte, moda e design. Le sue sculture, fotografie e installazioni artistiche sono state ospitate in prestigiosi musei come il Musée des Arts Décoratifs di Parigi il Musée d’Art et d’industrie di Saint-Etienne, la Triennale di Milano, il MoMA di New York, il Museo Erets Israel di Tel Aviv. Dal 1995 al 2008 è stato redattore e direttore creativo per la rivista VIEW.
DUCCIO MARIA GAMBI
Formatosi tra il Design Radicale a Firenze e la ricerca architettonica Milanese, cresciuto attraverso molteplici ed eterogenee esperienze e scambi professionali a Rotterdam e Parigi, Gambi approccia il design da una varietà di punti di vista. Nei suoi progetti per Gallerie, marchi di moda e commissioni private rimane costante un approccio legato alla ricerca e allo storytelling dove ogni lavoro diventa una riflessione momentanea in un percorso continuo di esplorazione della materia, delle strutture, dei processi, che porta avanti nel suo studio e atelier a Firenze.
VALERIO SOMMELLA
Nato a Cortona ma cresciuto a Milano, dopo la laurea con lode al Politecnico ha lavorato fra Milano e Amsterdam prima di aprire nel 2009 il proprio studio. Collabora con aziende italiane e internazionali (tra cui Alessi, Alcantara, Apple, Moooi, Kundalini, Honda, Falmec, Konica Minolta e molte altre), progettando prodotti che spaziano dall’illuminazione all’arredo, dall’elettronica agli accessori. Considera ogni progetto un’opportunità per indagare il linguaggio degli oggetti attraverso una ricerca formale, materica e tecnologica.
MARIO TRIMARCHI
Siciliano di nascita e milanese d’adozione, ama definirsi “romantico radicale”. Il suo percorso creativo si muove fra equilibrio e instabilità, forma e luce, sempre alla ricerca di un contrappeso che renda possibili le sue geometrie instabili, i suoi oggetti in movimento che fuggono dalle simmetrie funzionaliste. Pensa alle cose e alla loro funzione e ne vuole restituire una forma lontana dal semplice, seppur stimato, rigore razionalista. Nel 2016 ha vinto il Compasso d’Oro con la caffettiera Ossidiana per Alessi.

LA CURATRICE
Silvana Annicchiarico è architetto, vive a Milano, svolge attività di ricerca, di critica e di didattica. È consulente per enti pubblici e aziende. Attraverso progetti espositivi ed editoriali si occupa di temi contemporanei, dell’opera di grandi maestri e di nuovi protagonisti del design. Dal 2007 al 2018 è stata Direttore del Triennale Design Museum della Triennale di Milano.
TRITUME | Cantieri 2021 in mostra
TRITUME | Cantieri 2021 in mostra
A cura di Christian Caliandro
3 Dicembre 2021 – 9 Gennaio 2022
Palazzo Podestarile, Montelupo Fiorentino

Il 3 dicembre 2021 è stata inaugurata a Montelupo Fiorentino la mostra “Cantieri Montelupo: TRITUME. Arte contemporanea, ceramica, letteratura”, a cura di Christian Caliandro. Nell’estate 2021 si sono tenuti cantieri d’arte curati da Christian Caliandro che hanno messo a confronto diversi linguaggi. Ora una mostra ne restituisce gli esiti. Il concetto stesso di “cantiere” rimanda all’idea del processo, della costruzione passo dopo passo, della relazione. Il progetto che ha animato l’estate a Montelupo ed è stato curato da Christian Caliandro si fonda proprio su questi presupposti: ha visto dialogare designer e artisti, artigiani e scrittori, per la creazione di un’opera d’arte originale.
Gli artisti coinvolti – Marco Ulivieri, Laura Cionci, Emanuela Barilozzi Caruso, Marco Raparelli – hanno avviato una collaborazione con alcune realtà formative, artigianali e imprenditoriali del territorio, con cui condivideranno il loro metodo e il loro approccio creativo. Inoltre, hanno partecipato al programma di residenze anche gli autori Claudia di Palma, Simone Innocenti e Angelo Ferracuti, con i loro linguaggi: poesia e letteratura.
Gli artisti
Marco Ulivieri
Inizia la sua ricerca subito dopo aver terminato gli studi, interessandosi alla sperimentazione dei materiali naturali e alla trattatistica rinascimentale, in particolar modo allo studio, alla costruzione e reinterpretazione degli strumenti utilizzati dagli artisti nel corso dei secoli: ellissografi, prospettografi, camere oscure. Indaga gli aspetti della rappresentazione mediati dall’uso delle macchine.
Vincitore della sezione Home Decoration della 1° edizione del Premio Internazionale della Ceramica Baccio da Montelupo, ha esposto in gallerie e istituzioni pubbliche e private; Milano (Spazio Tadini), Villa Cernigliaro (Sordevolo) Atri (cisterne romane), Museo Michetti (Francavilla al Mare), LM Gallery (Latina), Museo della Ceramica, Palazzo Podestarile (Montelupo Fiorentino), CAMUSAC (Cassino), Fuping Art Pottery Village (Xian).
Laura Cionci
Nata a Roma, è un’artista e performer. La sua ricerca coltiva pratiche relazionali per lo sviluppo di processi creativi volti a riarticolare le potenzialità energetiche umane in relazione alla biodiversità e al territorio. Il suo lavoro è stato presentato in PROVE DI R(I)ESISTENZA, Fondazione Baruchello, Roma (2020), State of Grace, Darebin Art Centre, Melbourne (2020); Vi.Vedo/Viu.Vos, Museu de Arte Contemporânea de Campinas, Saõ Paulo (2019); BienNolo, Milano (2019); 101, the beginning of infinity, MIM, Museum of Innocence, Mildura (2019); Paisaje Privado, Museo Casa de la Memoria, Medellín (2018); Una Mirada al Bosque Vertical, Museo de Arquitectura Leopoldo Rother, Universidad Nacional, Bogotà (2018); Fremantle Biennale (2017), Australia; Bienal de Arte Público, Cali (2016); Teatrum Botanicum, Parco Arte Vivente, Torino (2016); Proyecto H, Museo del Carnaval e Teatro de Verano, Montevideo (2014); Carnevalma, Centro Cultural Borges, Buenos Aires (2013).
Emanuela Barilozzi Caruso
Nasce a Roma. Vive e lavora a Palermo. Si laurea all’Accademia di Belle Arti di Brera, dopo aver studiato pittura con Alberto Garutti.
Il suo lavoro è caratterizzato dall’uso della fotografia, del disegno e dell’azione, che si adattano alle situazioni in cui si trova a intervenire. L’interesse di Barilozzi Caruso si concentra sui processi relazionali vissuti in prima persona con un tempo sempre molto ampio e diversificato, il cui risultato si concretizza in lavori su carta, stampe fotografiche e azioni performative. Come attrice professionista, dal 2001 al 2011, si forma tra Europa e Stati Uniti studiando tra gli altri con Philip Seymour Hoffman, Pina Bausch, Judith Malina. Viene premiata da Spike Lee nel 2011.
Marco Raparelli
E’ un artista visivo, disegnatore, videomaker e DJ. Il suo linguaggio, apparentemente ironico, fonda le radici dal bianco e nero dei comic books, per indagare le svariate sfaccettature del mondo che lo circonda, compreso quello dell’arte. Ha realizzato diversi libri distribuiti in Italia e all’estero, oltre alla realizzazione di due volumi calcografici a cura di Edizioni Canopo, Prato. Il suo nuovo libro “Humans is a state of mind” è distribuito nelle librerie da gennaio 2020 con la casa editrice NERO. Tra le molte mostre a cui ha partecipato si segnalano: (2021) “Un posto come un altro per appendere il cappello”, Museo Licini, Ascoli Piceno a cura di Enzo Di Marino; “Carta Bianca” Una nuova storia in collaborazione con VOGUE Italia, Museo Gigi Guadagnucci, Massa (MS), a cura di Valentina Ciarallo (2019); “Blue Plate/Food/Art”, Museo MAXXI, Roma, a cura di Maria Alicata, Adrienne Drake, Ilaria Gianni; “The Manual of the Perfect Traveler” Snehta Residency, Atene, a cura di Maria Dialektaki; “Language Games” Spazio Franca, Cannara (Perugia), a cura di Jo Melvin.